Ci sono almeno due elementi fondamentali del Vivo X90 Pro di cui tenere conto affrontando la sua recensione, soprattutto se si guarda al panorama delle offerte degli smartphone top di gamma che faticano a trovare elementi nuovi per incuriosire i consumatori.
La caratteristica più importante dell’X90 Pro è senza dubbio il sensore da 1” per la camera principale. Un IMX989 di Sony da 50 MP personalizzato da Vivo con la collaborazione di Zeiss, che ha fornito anche le lenti di tutte e tre le fotocamere posteriori con rivestimento T* Coating, che vengono completate da una 50 MP 2x per i ritratti e una 12 MP ultra grandangolare.
Il secondo elemento più importante è l’inedita presenza per i flagship del processore Dimensity 9200, top di gamma Mediatek, a cui Vivo ha però voluto abbinare il suo co-processore V2 per la fotografia computazionale. Una scelta diversa rispetto al classico Snapdragon di Qualcomm.
Con queste carte il Vivo X90 Pro ha deciso di sfidare il mercato europeo, continuando comunque a dare moltissimo peso alle capacità fotografiche e video, ma avendo nel suo mazzo altri due assi a disposizione: la nuova carica rapida da 120 W e il display con modulazione PWM a 2160 Hz, che permette di tenere un’alta frequenza di refresh a bassa luminosità senza ricorrere a soluzioni come il DC Dimming, che snaturano la cromia.
Alla vista l’X90 Pro si presenta con uno schermo curvo con bordo superiore e inferiore della stessa dimensione, che danno equilibrio al design. Il vetro non è protetto dal solito Gorilla Glass di Corning ma dallo Xensation Up, realizzato dalla società SCHOTT appartenente alla Carl Zeiss Foundation.
Il telaio è in metallo e il retro è in finta pelle martellata, che per sensazioni tattili ricorda molto quella delle macchine fotografiche. Il materiale usato è davvero di ottima qualità.
Il retro è dominato dall’altopiano circolare delle tre fotocamere accompagnate dal sensore dToF. Separato, sulla destra, c’è il doppio flash LED.
Vivo X90 Pro pesa 214,8 grammi, ha uno spessore minimo di 9,3 mm e massimo (calcolato da noi) di circa 1,3 cm, cioè in corrispondenza del modulo delle fotocamere.
Il processore Dimensity 9200 di Mediatek è su nodo da 4 nm di seconda generazione di TSMC, coadiuvato da 12 GB di memoria LPDDR5X e da 256 GB di spazio di archiviazione UFS 4.0.
La batteria è da 4870 mAh e, oltre alla carica cablata da 120 W, il telefono supporta la wireless da 50 W (entrambe con caricatori proprietari, dei quali solo quello da 120 W è presente in confezione) e c’è anche la carica wireless inversa. L’audio è stereo e il telefono ha una protezione IP68.
Lo schermo è un AMOLED da 6,78” fino a 120 Hz adattivi, con risoluzione massima di 2800 x 1260 pixel per la “super definizione”, come la chiama Vivo, ma che per impostazione predefinita è settato a 2400 x 1080 pixel per avere un maggiore risparmio energetico. La camera selfie è una punch-hole da 32 MP al centro del display.
La modulazione PWM a 2160 Hz dello schermo non offre il fianco ad alcun flickering dello schermo. Usando il tema scuro, in condizioni di minima luminosità, e solo in determinati contesti (come la tendina delle notifiche), il display mostra però un fenomeno di banding verticale.
Non è un problema generico, perché il nero puro viene riprodotto senza problemi. Probabilmente si tratta dell'effetto che il grigio al 5% ha su alcuni schermi OLED quando si trovano al minimo livello di luminosità.
Essendo un display curvo, l’effetto “termometro al gallio” ai lati dello schermo è visibile e in parte contribuisce a “restringere” lo spazio a disposizione, invece che ad allargarlo.
Tuttavia la qualità dello schermo è fuori discussione, specie nelle riproduzione di contenuti video in HDR10+, grazie al suo picco di luminosità di 1300 nit.
All’esterno, e con sole molto forte, il display è visibile e il telefono si usa senza problemi, ma avremmo gradito qualche candela per centimetro quadro in più per avere un’esperienza più rilassata.
L’interfaccia Funtouch OS 13, basata su Android 13, si fa utilizzare con molta facilità ed è una delle più intuitive che ci sia capitato di provare. Lo sblocco del sensore di impronte sotto il display e il riconoscimento del viso sono velocissimi.
Il volto viene riconosciuto anche al buio illuminando di bianco lo schermo per il tempo necessario a determinare le fattezze del viso: sebbene in queste condizioni qualche volta salti la corrispondenza, possiamo dire che è un telefono con una delle percentuali di riuscita più alte.
Per sbloccare il dispositivo abbiamo tentato anche di usare volti somiglianti a quello registrato dall’utente, ma l’X90 Pro non è stato mai tratto in inganno.
Il processore Mediatek Dimensity 9200 ha prestazioni eccellenti e supporta molto bene lunghi periodi di stress termico. In un test da 15 minuti per 20 thread con CPU Throttling ha mantenuto l’84% delle sue prestazioni ottenendo un risultato medio di 307 miliardi di istruzioni al secondo.
Con il Wild Life Stress Test ha stampato un risultato massimo di 13113 e di 7730 come prestazione minima. Valori che sono anche leggermente superiori a uno Snapdragon 8 Gen 2, supportato però da 8 GB di RAM.
Al di là dei numeri asettici che dicono tutto e nulla, l’esperienza di gioco con Fortnite al massimo della qualità grafica e con texture HD si è tradotta in 60 FPS fissi. Ovvero il massimo ottenibile su Android. In 15 minuti di gioco la batteria ha ceduto circa il 4% della sua riserva di energia. Le temperature non hanno mai superato i 50° C in tutti i test.
La ricezione del telefono è stata sempre ottima. E dall’altra parte ci hanno sempre sentito molto bene, mentre l’audio in capsula non è un riferimento assoluto.
Questa mancanza degli speaker si riflette anche nella riproduzione musicale: sono sì potentissimi ma non molto dettagliati, soprattutto nelle medie e alte frequenze, che dopo un po’ contribuiscono ad affaticare l’ascolto.
Nell’uso quotidiano la batteria non ha alcun problema a coprire l’intera giornata, con consumi maggiori notati solo con un uso intensivo delle fotocamere.
A supporto della batteria da 4870 mAh c’è per la prima volta sulla serie top di gamma di Vivo una ricarica FastCharge da 120 W con caricabatterie e cavo proprietario presenti in confezione (insieme alla cover di plastica morbida trasparente).
Con il telefono accesso e schermo spento, sotto rete cellulare 4G e con Wi-Fi attivo, partendo dal 15% di batteria l’X90 Pro si carica completamente in 26 minuti. In 15 minuti si ottiene il 79% della capacità della batteria.
Rispetto all’X80Pro dello scorso anno, l’X90 Pro ha perso una fotocamera posteriore. Non c’è più la tele periscopica. Ma è rimasta la 50 mm (2x ottica) pensata soprattutto per ritratti, che però dispone di un sensore da 50 MP invece che quello da 12 MP visto sull’X80 Pro.
Il reparto fotografico è curato come sempre da Zeiss, e la sua maggior protagonista è la fotocamera da 23 mm con sensore IMX989 di Sony da 50 MP grande 1”. È un quad bayer che in binning genera singoli pixel grandi 3,2 µm.
Nel suo gruppo ottico, insieme alle altre, che sono comunque in plastica (dettaglio comune a tutti gli smartphone), questa fotocamera conta anche una lente in vetro ad alta trasmittanza.
Il rivestimento T* Coating di Zeiss, che è stato applicato a tutte e tre le fotocamere posteriori, ha permesso di ridurre le riflessioni di circa il 43% rispetto a ottiche non trattate in questo modo. Nella nostra prova abbiamo infatti notato la scarsità di effetti di ghosting e di flaring che invece sono molto spesso presenti in questo tipo di ottiche.
Se la camera principale da 23 mm ha un’apertura f/1.8, con AF Laser Dual Pixel PDAF e OIS, la tele da 50 mm si affida a un sensore Sony IMX758 grande 1/2,4” da 50 MP con ottica f/1.6, AF e OIS. La ultra grandangolare è scesa dai 48 MP dell’X80 Pro ai 12 MP di un sensore Sony IMX663 con apertura f/2.0 e con AF, anche per virarsi a lente macro.
La scelta di usare una focale da 23 mm su un sensore da 1” probabilmente richiede un piccolo crop del sensore, perché per sfruttarlo completamente il gruppo ottico avrebbe bisogno di uno spessore maggiore. L’alternativa sarebbe stata quella di avere una focale ancora più ampia equivalente a uno 0,9x.
Ovviamente, non è sufficiente impostare l’app della fotocamera a un ingrandimento di 0,9x per usare al massimo il sensore da 1”, perché quella modifica non è fisica e non sposta il piano focale, è solo un’interpolazione. Tra l’altro, se si sceglie 0,9x il Vivo passa la palla alla ultra grandangolare, che si occupa degli ingrandimenti a scendere fino a 0,6x.
Avere un sensore da 1” con cui poter giocare fa subito pensare alla possibilità di scattare al massimo della risoluzione per vedere di cosa è capace l’X90 Pro quando acquisisce immagini a 50,3 MP (8192 x 6144 pixel).
I risultati ci sono, ma a patto di avere lo smartphone su un treppiede o una superficie stabile che riduca le vibrazioni, anche se l’ottica è stabilizzata. In questo ingrandimento di una stessa immagine scattata a 50 MP e a 12,6 MP, in pixel binning, il maggiore dettaglio della piena risoluzione è evidente.
Come è stato per l’X80 Pro, anche nell’X90 Pro Vivo ha messo una quantità considerevoli di funzionalità legate all’acquisizione di foto e video, lasciando piena libertà all’utente di usare gli automatismi tipici degli smartphone o di meditare con più attenzione sul risultato da ottenere.
Tra questi c’è la possibilità di attivare o disattivare la correzione cromatica firmata da Zeiss, che abbiamo preferito nella stragrande maggioranza dei casi a quella molto satura di base, ma che piace tanto agli utenti.
La fotocamera da 23 mm con il sensore da 1” da una sicurezza di scatto assoluta. Abbiamo provato a metterla in difficoltà più volte, ma ha sempre fornito prestazioni eccellenti, finanche in controluce, dominando il forte contrasto tra il sole sullo sfondo e un soggetto naturalmente già scuro che però ha conservato i suoi dettagli.
La 2x sulla carta ha prestazioni inferiori, sebbene sia leggermente più luminosa, però è anche vero che ha un sensore molto più piccolo, ed è altrettanto indiscutibile che è la tuttofare del gruppo, dato che si fa carico di tutti gli ingrandimenti digitali oltre il 2x.
Fino al 5x i risultati sono dignitosi anche rivedendo le immagini su uno schermo di grandi dimensioni; oltre questo valore le foto restano gradevoli sullo schermo del telefono fino al 10x. Il 20x e il 40x ingigantiscono l’effetto spatolato e sono consigliabili solo per situazioni estreme.
L'unico evidente difetto che abbiamo riscontrato nella 2x è una stabilizzazione ballerina per alcuni soggetti che fa sobbalzare l'anteprima. Non siamo riusciti a capire cosa la attivi, ma è un problema che potrebbe essere risolto con un aggiornamento software. In ogni caso le foto finali non subiscono alcun danno dall'effetto.
La 2x è soprattutto la camera dei ritratti, perché i 50 mm sembrano messi lì a posta e perché gli effetti di replica dei bokeh Zeiss hanno un protagonismo maggiore. Si va dall’effetto vorticoso (swirly bokeh) dello schema ottico Biotar a quello più pastoso del Sonnar, ma ci sono anche il Planar, il Distagon e il Cine-Flare, quello meno riuscito che genera flare sulla base della posizione della luce sulla scena.
Questi sono gli effetti visibili applicati alle luci sullo sfondo.
Attraverso le potenti funzioni di editing sfruttabili dall’app Album e direttamente dal risultato di scatto dell’app Fotocamera, è possibile variare la quantità di effetto sfocato agendo su un’apertura virtuale del diaframma, e potendo scegliere anche la messa a fuoco su un altro punto dell’immagine (merito anche della mappa di profondità del dToF). Non è però possibile modificare lo schema ottico Zeiss scelto per il bokeh.
Questi gli effetti applicati sulla foto di un soggetto in una luce artificiale.
Tra le funzionalità di editing c’è anche la correzione automatica dell’orizzonte, la gomma magica con cui eliminare elementi indesiderati nell’immagine scattata e la possibilità di variare i filtri bellezza.
La fotocamera più debole del gruppo è la ultra grandangolare, che dà comunque risultati molto buoni di giorno anche quando la luce si sta spegnendo poco dopo il tramonto.
L'X90 Pro, grazie alla potenza del Dimensity 9200 e al processore d'immagine di V2 di Vivo, è anche il primo della serie X Pro a essere dotato dello Zero-Shutter-Lag Motion Snap shot , che permette cioè di non avere alcun ritardo sullo scatto anche in condizioni di scarsa illuminazione, perché l'otturatore è in grado di "prevedere il modello di movimento" del soggetto.
Questa è una immagine scatatta da una raffica di 20 foto in modalità Sport con l'ottica 2x.
La dote fotografica dell’X90 Pro è composta anche da funzionalità più specifiche, come il bracketing, l’effetto miniatura, l’intervallometro o la correzione automatica della prospettiva degli edifici, che viene in soccorso soprattutto in determinati tipi di scatti, prestando però attenzione al suo utilizzo, perché le linee dritte deformerebbero eccessivamente l’immagine finale.
Nella modalità Pro, il telefono può scattare con tutte le ottiche in RAW e in Special Raw, che è simile a quello che Samsung realizza con ExpertRAW, ovverosia più scatti fusi in un solo RAW a dinamica estesa.
Abbiamo provato a scattare in Special RAW ed editare la foto direttamente dal telefono con Lightroom per Android. L’intervento è stato semplice e abbiamo scelto questo scatto per vedere se saremmo stati in grado di recuperare luminosità sul fogliame a sinistra. Missione riuscita.
La camera selfie ha un po’ più difficoltà nel ritaglio del soggetto per l’effetto ritratto, ma ha prestazioni complessive buone, sebbene non sia una campionessa del microdettaglio.
La ultra grandangolare si prende cura anche degli scatti macro, che le riescono molto bene e con una messa a fuoco minima di circa 3 cm.
Di notte la regina è ovviamente la camera principale con il sensore da 1”, sebbene la 2x riesca a difendersi molto bene.
La principale riesce a restituite foto vive e ben contrastate, riuscendo a bilanciare i punti dell’immagine molto luminosi - come lampade e lampioni - con quelli più scuri. Il rischio poteva essere quello di generare foto piatte, ma l’X90 Pro ha scongiurato questo pericolo.
La 2x si serve comunque di un’ottica molto luminosa, quindi si trova a suo agio di notte, sebbene non possa raggiungere le prestazioni del sensore della fotocamera da 23 mm.
La ultra grandangolare è ancora una volta l’ultima della fila ma, se chiamata all’appello, riesce a dare risultati sufficienti soprattutto se le foto vengono guardate attraverso lo schermo del telefono e se il cielo non crea artefatti a causa della complessità delle scena luminosa sottostante.
L’X90 Pro ha anche una funzione Super Luna che migliora un’immagine scattata al nostro satellite naturale che altrimenti sarebbe una macchia di luce biancastra.
Sì, abbiamo provato a ingannarlo inquadrando una Luna sfocata sullo schermo del PC e non ha riconosciuto il satellite, quindi ha passato il test.
Poi, con molta cattiveria abbiamo provato a usare la funzione su un lampione, e il risultato è stato un dettaglio delle singole luci che altrimenti non avremmo mai potuto notare: a dimostrazione del fatto che la Super Luna non sostituisce qualsiasi fonte di luce incredibilmente luminosa con una sovraimpressione posticcia del corpo celeste.
L’X90 Pro ci ricorda che per usare la Super Luna è consigliabile affidarsi a uno zoom di 10x e di 20x. Questi sono i risultati a mano libera.
Di fatto, il telefono non fa altro che attuare una netta chiusura software dell’esposizione, lasciando fuori tutto ciò che non è luminoso. Questo significa che il cielo sarà nero anche se scattiamo una foto alla Luna la mattina alle 6,30, come in questo caso.
L’X90 Pro ha anche capacità astrofotografiche. È possibile scattare a mano libera ottenendo meno dettagli stellari, o su un treppiede, la cui presenza viene riconosciuta automaticamente in base alla stabilità maggiore percepita dal telefono.
Le foto del cielo notturno, con la funzione Cielo Stellato, mostrano un po’ di banding, ma la luce delle stelle viene raccolta con molta cura (zoomando sulle immagini si vedranno comparire più astri) e ancora una volta il telefono è agile a non bruciare troppo gli elementi molto luminosi come le case all’orizzonte con le luci accese.
L’X90 Pro può acquisire video in 8K non stabilizzati, in 4K a 30p e 60p con stabilizzazione standard, e a 1080p a 30 e a 60p, ma con la stabilizzazione Ultra e Linea Orizzonte disponibili solo per la 1080p.
Può registrare anche video in HDR10+, ma solo a 1080p/30p. E l'attivazione dei 60 frame al secondo disattiva la possibilità di registrare con la ultra grandangolare.
La qualità del 4K è elevata e rende meglio se il telefono riprende scene fisse, che altrimenti con la stabilizzazione standard rischiano di avere micromovimenti ai bordi di dettagli molto piccoli, come i mattoni in lontananza, o i soggetti principali che vengono riposizionati al centro della scena dalla stabilizzazione come comunque è elettronica.
Il video seguente è stato realizzato mettendo in pausa la registrazione sul telefono, e l'unica compressione è quella attuata dall'encoder di YouTube. Mentre in quello successivo si vede l'X90 Pro alle prese con un video in 4K/60p con stabilizzazione standard.
Nel video in cui mostriamo la stabilizzazione Linea orizzonte si vede che la luminosità sulla scena viene ridotta (sebbene in quel momento fosse andato via anche il sole) perché il telefono usa una parte del sensore per bloccare letteralmente l’immagine.
Quando si attiva questa stabilizzazione lo smartphone può essere ruotato anche di 180° ma la scena rimarrà salda sulla linea dell’orizzonte.
Nessuna particolare difficoltà di notte, con una scena ben ricostruita sebbene ci sia qualche lieve tremolio su elementi di microdettaglio.
Nella modalità Pro i video possono ricevere gli aiuti del focus peaking, evidenziando gli elementi a fuoco con strisce verdi, o le aree zebrate in rosso e blu per indicare le zone di massima e minima esposizione.
La registrazione dei video può essere personalizzata anche con l'applicazione dello stile Cinematic di Zeiss, che costringe però il rapporto d'aspetto a 2.35:1, e di 8 Lut diverse, che vanno dalla Nostalgia al Cavaliere Nero, incrociando anche la Cyberpunk o quella Rétro.
Come spesso accade per gli smartphone top di gamma recenti, nel valutarli bisogna scontrarsi preventivamente con il prezzo di listino, che per il Vivo X90 Pro è di 1.299 euro. Sono cifre che sconfinano in territori occupati dai flagship di Apple e Samsung e che, nell’utente comune, più di un pensiero lo generano per forza di cose. Bisogna però riconoscere a Vivo una certa dose di coraggio nel proporre un processore Mediatek top di gamma che “non fa moda” ma che non lesina affatto sulle prestazioni (anzi), e una notevole personalità nell’affidargli un processore d’immagine fatto in casa che non ha fatto sentire alcuna mancanza. Significa avere contezza delle proprie possibilità, specie se a puntare su queste tecnologie c’è anche un nome come Zeiss, che non è solo un’etichetta sul retro del telefono, ma un collaboratore hardware e software. L’X90 Pro cattura la scena soprattutto per quel sensore da 1” per la camera principale, che è la vera star del telefono. Difficile trovargli un difetto. Va bene di giorno, va bene di notte: quando c’è lui la foto è assicurata anche grazie allo Zero-Shutter-Lag Motion Snapshot. È evidente che Vivo vuole fare le cose per bene e farsi largo offrendo qualcosa che gli altri non hanno. Quindi dispiace un po’ per l’audio non ai vertici dei top di gamma e per quel leggero banding dello schermo che compare con una bassissima luminosità e solo su alcune finestre del tema scuro. C’è anche quel lieve problema di vibrazione sulla camera 2x che però non incide sugli scatti. Inoltre, la fotografia esce un po’ meglio dal confronto con il video, anche se la stabilizzazione dell’orizzonte bisogna provarla per rendersi conto di cosa sia in grado di fare. Il resto dell’X90 Pro consegna all’utente un telefono con pochi difetti e con tanti pregi, per esempio il processore Mediatek che non ti aspetti e che non ha mai offerto il fianco a prestazioni scadenti. Ovviamente ci sono sempre quei 1.299 euro di listino che fanno tentennare, però il sensore Sony da 1”, la cura di Zeiss, la carica da 120 W e una certa sicurezza termica del telefono hanno un prezzo determinato anche da scelte ben precise, e molto più lungimiranti di altri marchi.
Foto notturne della camera principale e della tele
Il processore Dimensity è una bella sopresa
L'audio dagli altoparlanti non è all'altezza del telefono
Un leggero banding dello schermo in alcuni limitati contesti
L'anteprima tremolante della 2x in alcuni casi. Non limitante e forse risolvibile
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